Madonna con Bambino e angeli
- Appartenenza oggetto
- Proprio
- Categoria
- Scultura in terracotta
- Città
- Roma
- Luogo di conservazione
- Museo Nazionale del Palazzo di Venezia
- Luogo di collocazione
- Sala 21
- Inventario
- PV 01651
- Materia e tecnica
- Terracotta
- Autore
- Ambito romano del XVII secolo
- Datazione
- 1675-1700 ca.
- Dimensioni
- Ø cm 28
- Provenienza
- Museo Nazionale di Castel Sant'Angelo (1920)
- Copyright immagine
- SSPSAE e per il Polo Museale della città di Roma
Descrizione breve
Il tondo, di ridotte dimensioni, era originariamente montato su un fondo di legno che lo ha preservato da eventuali danni: il suo stato di conservazione è infatti molto buono e non sono evidenti fratture o mancanze. Il rilievo è piuttosto basso e le figure sono definite con vivaci colpi di spatola, mentre lo scultore è intervenuto con lo stecco a solcare variamente lo sfondo e le vesti favorendo un acceso gioco chiaroscurale. La Madonna, sul lato destro della composizione, abbassa il capo ad osservare il Bambino disteso obliquamente sul suo grembo e appoggiato su di un cuscino tondeggiante; a sinistra, due angioletti, scalati nello spazio, vegliano sorridenti su di lui. Ceduta dal Museo di Castello nel 1920, l'opera è stata studiata per la prima volta da Santangelo ha ravviato nella tecnica i "modi soliti di Ercole Ferrata", nel periodo in cui l'artista intelvese era impegnato ad eseguire la bella figura della Fede per il monumento del cardinale Lelio Falconieri in San Giovanni dei Fiorentini (1665-1668), di cui si conserva uno dei modelli anche al Museo di Palazzo Venezia (PV 2556). La stessa interpretazione venne confermata qualche anno più tardi anche da Valentino Martinelli nel catalogo della mostra sul Seicento Europeo (1956). Più di recente, soltanto Ferrari e Papaldo sono tornati a far menzione della terracotta, limitandosi tuttavia a riportare le opinioni critiche dei precedenti autori. A ben guardare, la plastica di piccolo formato di Ercole Ferrata non risulta quasi mai così rapida e indefinita nei tratti mostrando, al contrario, un buon grado di finitezza. Per tentare di risolvere il problema attributivo si deve, volgere lo sguardo verso qualche altro artista della generazione successiva a quella di Ferrata, e dunque verso uno scultore attivo a Roma tra la fine del Seicento e i primi due decenni del secolo successivo. Tra i possibili candidati si propongono i nomi di Giuseppe Mazzuoli (1644-1725) o, in alternativa, di Frencesco Moderati (1680-1729c.).
Cristiano Giometti
Bibliografia
A. Santangelo (a cura di), Museo di Palazzo Venezia. Catalogo delle sculture, Roma 1954, pp. 90-91; Il Seicento Europeo, catalogo della mostra, Roma 1956, p. 263; O. Ferrari e S. Papaldo, Le sculture del Seicento a Roma, Roma 1999, p.506