Beni Culturali Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico per il Polo Museale della città di Roma

Amore e Psiche

Giulio Cartari, Amore e Psiche - Amor and Psyche
Appartenenza oggetto
Proprio
Categoria
Scultura in terracotta
Città
Roma
Luogo di conservazione
Museo Nazionale del Palazzo di Venezia
Luogo di collocazione
Sala 21
Inventario
PV 10396
Materia e tecnica
Terracotta
Autore
Cartari Giulio (1641 ca.-1699)
Datazione
1675-1699 ca.
Dimensioni
cm 31 x 26
Provenienza
Collezione Pollak (1947)
Copyright immagine
SSPSAE e per il Polo Museale della città di Roma

Descrizione breve

La terracotta fu pubblicata per la prima volta da Brinckmann (1923) come opera di ambito vagamente berniniano e forse attribuibile a Massimiliano Soldani Benzi (1656-1740). Giunto al Museo di Palazzo Venezia quale dono della signora Margaret Nicod Sussmann in ricordo del cognato, Ludwig Pollak, il modello fu inserito da Santengelo nel suo Catalogo delle Sculture (1954) con un riferimento all'ambito bolognese, per l'affinità con un bronzetto di Giuseppe Mazza raffigurante Diana ed Endimione di proprietà dei marchesi Bevilacqua di Bologna. Si deve a Jennifer Montagu e poi a Bacchi (1996) l'identificazione dell'autore con Giulio Cartari grazie al rinvenimento della versione marmorea della composizione conservata nel Giardino d'Estate di San Pietroburgo. Il gruppo fu acquistato a Roma nell'aprile del 1719 da Kologrivov per conto del sovrano alla somma di 1050 talleri. L'agente ricordava che il marmo era stato eseguito per la regina Cristina di Svezia da un allievo di Bernini e che questi lo avrebbe realizzato seguendo un disegno del maestro. Kologrivov inviò Amore e Psiche a San Pietroburgo, via Amsterdam, ove giunse soltanto nell'estate del 1721 per essere collocato subito nella Grotta del Giardino d'Estate. Se, come riporta Kologrivov, la composizione del gruppo con Amore e Psiche fu veramente disegnata da Bernini bisogna supporre che il maestro l'abbia tracciata negli ultimi anni della sua vita, forse proprio tra il 1679 e il 1680, in un momento molto intenso dell'amicizia con Cristina di Svezia: è dunque in questo stesso lasso di tempo che Cartari può aver eseguito il modello in esame.
Cristiano Giometti 

Bibliografia

A. E. Brinckmann, Barock-Bozzetti, I voll., Frankfurt am Main 1923, p. 138; A. Santangelo (a cura di), Museo di Palazzo Venezia. Catalogo delle sculture, Roma 1954, p. 84; A. Bacchi, Scultura del ‘600 a Roma, Milano 1996, p. 794; M. Fagiolo dell'Arco, Berniniana. Novità sul regista del Barocco, Milano 2002, p. 219; S. Androsov, Pietro il grande e la scultura italiana, 2005, pp. 364-365

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pagina creata il 15/01/2009, ultima modifica 15/11/2010