Beni Culturali Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico per il Polo Museale della città di Roma

Discesa di Cristo al limbo

Antonio Raggi, Cristo al Limbo - Descent of Christ into Limbo
Appartenenza oggetto
Proprio
Categoria
Scultura in terracotta
Città
Roma
Luogo di conservazione
Museo Nazionale del Palazzo di Venezia
Luogo di collocazione
Sala 21
Inventario
PV 13271
Materia e tecnica
Terracotta
Autore
Raggi Antonio (1624-1686) attr.
Datazione
1646-1648
Dimensioni
cm 44x56x20
Provenienza
Collezione Cavaceppi (1799); collezione Torlonia (sec. XIX, ultimo quarto); collezione Gorga (1948)
Copyright immagine
SSPSAE e per il Polo Museale della città di Roma

Descrizione breve

Il rilievo in terracotta faceva parte dell'enorme raccolta di modelli di Bartolomeo Cavaceppi e nell'inventario redatto nel 1799 dal notaio Ferri, all'indomani della scomparsa dello scultore, si parla di un "Bassorilievo di Nostro Signore quando è sceso nel Limbo, longo palmi due e mezzo e alto palmi uno e mezzo". Giunta nel 1948 al Museo di Palazzo Venezia insieme alle numerose sculture collezionate dal cantante lirico Evan Gorga, la terracotta non venne inclusa nei cataloghi di Hermanin e Santangelo ed è stata oggetto di una prima analisi critica nel 1985 da parte di Jennifer Montagu che ne ha pertinentemente individuato la relazione con la serie dei rilievi in stucco eseguiti tra il 1648 e il 1649 nella navata di San Giovanni in Laterano. Una convincente ipotesi attributiva su basi stilistiche è stata formulata nel 1991 da Barberini che ha proposto il nome di Antonio Raggi, proprio in quegli anni attivo con Algardi al Casino del Belrespiro e con Bernini alla decorazione dei pilastri della navata di San Pietro. Le figure dai corpi piuttosto allungati, i volti tondeggianti e dall'espressione idealizzata e il frastagliato andamento dei panneggi arricciati sui bordi sono già elementi che contraddistinguono la plastica dello scultore ticinese, ma Barberini riscontra ulteriori analogie con opere realizzate in quel frangente giovanile della sua carriera. In particolare la figura del Cristo, per la sua postura "traballante", viene avvicinata a quella del gruppo berniniano raffigurante il Noli me tangere, eseguito da Raggi entro il 1649 nella cappella Alaleona ai Santi Domenico e Sisto. La buona fluidità di modellato, dovuta chiaramente alla sua formazione di plasticatore nella terra d'origine, non nasconde tuttavia una qualche goffaggine nel delineare alcune figure, evidente soprattutto nella pesantezza del corpo di Maddalena, mentre la disposizione d'insieme non appare ancora del tutto risolta. Tali incertezze potrebbero comunque essere l'indizio di un artista che, seppur dotato, era ancora in via di formazione e cercava di elaborare una sua cifra espressiva ma già connotata in senso berniniano, proprio come accadeva a Raggi alle soglie del giubileo del 1650.

Cristiano Giometti 

 

Bibliografia

J. Montagu, Alessandro Algardi, New Heaven and London 1985, p. 117, pp. 343-344; . G. Barberini (a cura di), Sculture in terracotta del Barocco romano. Bozzetti e modelli del Museo Nazionale del Palazzo di Venezia, catalogo della mostra, Roma 1991, pp. 35-36; M. G. Barberini e C. Gasparri (a cura di), Barotolomeo Cavaceppi scultore romano (1717-1799), catalogo della mostra, Roma 1994, p. 133; O. Ferrari e S. Papaldo, Le sculture del Seicento a Roma, Roma 1999, p. 509

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pagina creata il 15/01/2009, ultima modifica 15/11/2010