Beni Culturali Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico per il Polo Museale della città di Roma

Allegoria dell'Abbondanza

Abbondanza - Abundance
Appartenenza oggetto
Proprio
Categoria
Scultura in terracotta
Città
Roma
Luogo di conservazione
Museo Nazionale del Palazzo di Venezia
Luogo di collocazione
Sala 26
Inventario
PV 01193
Materia e tecnica
Terracotta/ patinatura
Autore
Della Valle Filippo (1698-1768), da
Datazione
sec. XIX
Dimensioni
cm 32.5 x 15.5 x 7.5
Provenienza
Museo Nazionale di Castel Sant'Angelo (1920)
Copyright immagine
SSPSAE e per il Polo Museale della città di Roma

Descrizione breve

Quando nel 1759 Filippo della Valle prese parte alla decorazione scultorea della Fontana di Trevi era ormai considerato uno dei massimi artisti di Roma tanto da aver già ricoperto la carica di Principe dell'Accademia di San Luca tra il 1752 e il 1753. Della Valle e con lui Pietro Bracci furono chiamati a sostituire Giovanni Battista Maini che aveva realizzato i modelli in stucco in grande almeno per la figura centrale dell'Oceano, poi tradotta in marmo da Bracci. A della Valle furono invece affidate le due statue laterali raffiguranti le allegorie della Salubrità e della Fertilità, portate a termine già nel 1760. Al Museo di Palazzo Venezia si conserva un modello per la figura della Fertilità, ancora in buono stato conservativo nonostante i segni di rottura sul collo e sul braccio sinistro. Insieme con la statuetta dell'Oceano di Bracci (PV 1190), l'opera in esame proviene dalla grande riproduzione in scala della Fontana di Trevi appartenuta al conte Zeloni ed oggi nelle collezioni del Museo di Roma. La terracotta è stata poi concordemente assegnata a della Valle da Hermanin (1948), Santangelo (1954) e quindi da Honour (1959). Al contrario, Armando schiavo ha messo in dubbio questa attribuzione ritenendo che si tratti invece di una copia ottocentesca della scultura originale, eseguita appositamente per decorare il modello ligneo del conte Zeloni. Più di recente, anche Minor (1997), nella sua monografia sull'artista, ha abbracciato la tesi di Schiavo sostenendo che l'estrema finitezza dei dettagli lascia propendere per una copia successiva piuttosto che per un bozzetto o un modello preparatorio.

Cristiano Giometti 

Bibliografia

Guida Generale alle Mostre Retrospettive di Castel Sant'Angelo, Bergamo 1911, p. 91; V. Moschini, "Filippo della Valle", L'arte, 28 (1925), pp. 189; Il Settecento Italiano 1932, p. 649; A. Riccoboni, Roma nell'arte. La scultura nell'evo moderno dal Quattrocento ad oggi, Roma 1942, p. 291; F. Hermanin, Il Palazzo di Venezia, Roma 1948, pp. 282-283; A. Santangelo (a cura di), Museo di Palazzo Venezia. Catalogo delle sculture, Roma 1954, pp. 86-87; A. Santangelo, in Il Settecento a Roma, catalogo della mostra, Roma 1959, p. 95, n. 189b; H. Honour, "Filippo della Valle", The Connoisseur, CXLIV (1959), p. 177; Il Settecento a Roma 1959 (II ed.), p. 95; V. H. Minor, Passive tranquillity: the sculpture of Filippo Della Valle, Philadelphia 1997


 

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pagina creata il 15/01/2009, ultima modifica 15/11/2010