Noli me tangere
- Appartenenza oggetto
- Proprio
- Categoria
- Scultura in terracotta
- Città
- Roma
- Luogo di conservazione
- Museo Nazionale del Palazzo di Venezia
- Luogo di collocazione
- Sala 26
- Inventario
- PV 10392
- Materia e tecnica
- Terracotta/ patinatura
- Autore
- Gesuelli Francesco, attr.
- Datazione
- 1700-1750 ca.
- Dimensioni
- cm 43.5x29.2 (Gesù) cm 38x13 (Maddalena)
- Provenienza
- Collezione Cavaceppi (1799); collezione Torlonia (sec. XIX, ultimo quarto); Collezione Gorga (1948)
- Copyright immagine
- SSPSAE e per il Polo Museale della città di Roma
Descrizione breve
L'opera è entrata al Museo di Palazzo Venezia nel 1948 e dal quel momento ha goduto di una vivace attenzione da parte della critica, anche se ad oggi non si è giunti ad una convincente ipotesi attributiva. Santangelo, che la pubblicò per primo nel suo Catalogo delle sculture del 1954, la assegnò ad Antonio Raggi (1628-1686) ritenendola una prima idea per il gruppo dell'altare della cappella Alaleona nella chiesa romana dei Santi Domenico e Sisto. L'attribuzione, riconfermata da Valentino Martinelli in occasione della mostra sul Seicento Europeo (1956), è stata invece rifiutata da Wittkower (1955) che ha rilevato l'impronta classicheggiante dell'opera e affatto vicina ai modi di Bernini e Raggi, suggerendo di posticiparne la datazione al XVIII secolo. Questa interpretazione è stata successivamente condivisa da Barberini (1994) e Westin (1978) che ne ha ribadito l'alterità di stile rispetto alla plastica di Raggi intorno al 1650. È soprattutto la figura del Cristo a riportare l'attenzione sulla plastica algardiana, non solo per la generale impostazione del corpo e il ricadere morbido e cadenzato del manto: il volto dai lineamenti sottili e il disporsi dei capelli ad onde sovrapposte, rimandano alla figura modellata dal maestro bolognese nel rilievo in terracotta con il Cristo che libera le anime dal Limbo del Victoria and Albert Museum di Londra (inv. A.83-1918), o all'effigie del San Giacomo Minore in bronzo dorato della serie degli apostoli per la chiesa del Gesù di Roma. A questa vena classicheggiante, si deve aggiungere una nota di delicatezza che, come sottolineava Wittkower, sposta la realizzazione dell'opera all'inizio del Settecento, probabilmente nell'ambito della scuola di Camillo Rusconi, che fu una fucina di numerosi e dotati scultori. Si propone dunque di identificare l’opera in esame con il modello preparatorio per il rilievo raffigurante la scena del Noli me tangere, posto nella parete destra del presbiterio della chiesa di Santa Maria Maddalena, e scolpito da Francesco Gesuelli nel 1756. Benché la posizione delle braccia diverga parzialmente rispetto al marmo, l’impostazione generale delle due figure rimane invariata e soprattutto nel Cristo l’andamento del panneggio, il volto e la cadenza dei capelli risulta sorprendentemente simile.
Cristiano Giometti
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