Cristo in trionfo
- Appartenenza oggetto
- Proprio
- Categoria
- Scultura in legno
- Città
- Roma
- Luogo di conservazione
- Museo Nazionale del Palazzo di Venezia
- Luogo di collocazione
- Sala 6
- Inventario
- PV 13277
- Materia e tecnica
- Legno di acero/ scultura/ pittura/ doratura
- Autore
- Scultore algardiano
- Datazione
- 1650-1675
- Dimensioni
- cm 87 x 49 x 39
- Provenienza
- Collezione Gorga (1948)
- Copyright immagine
- SSPSAE e per il Polo Museale della città di Roma
Descrizione breve
Proveniente dalla collezione Gorga (inv. 33, 1948), la statua, raffigurante un Cristo stante (PV 13277), forma con il San Paolo (PV 13279) e il San Pietro (PV 13278) un gruppo unitario per materiale e stile. Il Cristo è colto nel momento della resurrezione e, in base all’iconografia corrente, doveva portare il vessillo del trionfo, come sembra suggerire la posizione semiaperta della mano sinistra. La generica reiterazione di un modello figurativo ormai storicizzato non preclude tuttavia la possibilità di individuare alcuni tratti salienti della cultura artistica romana della metà del Seicento, con particolare riferimento alla scultura di Alessandro Algardi (1598-1654). Sono i tratti delicati del volto e i capelli che si raccolgono a grandi ciocche sovrapposte a richiamare alla mente l’analoga figura eseguita dal maestro bolognese nel rilievo in terracotta con Cristo che libera le anime dal limbo del Victoria and Albert Museum di Londra, poi tradotto in stucco con varianti da Giovanni Francesco de Rossi per la navata di San Giovanni in Laterano (1649). Anche il disporsi del manto intorno alla vita del Cristo, a pieghe ondulate e quasi taglienti, ritorna, seppur con maggiore insistenza, nella versione lignea che ripropone, con analogo effetto, il passaggio del drappo intorno al braccio sinistro. È dunque fuor di dubbio che l’anonimo scultore abbia studiato con attenzione e rielaborato alcuni prototipi algardiani e la contiguità con il modello eseguito in occasione del Giubileo del 1650 per il cantiere lateranense farebbe pensare, per la nostra opera, ad una datazione intorno al terzo quarto del secolo XVII. Scolpita a tutto tondo con intaglio accurato e una preparazione spessa, in legno pieno, la scultura è costituita da un tronco unico, ad eccezione del braccio destro che risulta invece assemblato. Originariamente policroma, è stata poi interamente rivestita di una doratura di qualità e, in corrispondenza della base solidale a finta roccia, argentata. Nonostante questo, la statua mostra interessanti effetti pittorici dati dall’uso di boli di diverso colore (giallo, rosso, nero) che creano varie tonalità, e da una brunitura differenziata. Le indagini sulla specie legnosa condotte dall’ISCR, che ha recentemente restaurato il pezzo, hanno indicato l'acero (Acer sp.) come materiale costituente la figura.
Grazia Maria Fachechi - Cristiano Giometti
Bibliografia
Inedito