Eneide: Enea riceve le armi da Venere
- Appartenenza oggetto
- Proprio
- Categoria
- Scultura in legno
- Città
- Roma
- Luogo di conservazione
- Museo Nazionale del Palazzo di Venezia
- Luogo di collocazione
- Sale studio, stanzino, scaffale 1, ripiano B
- Inventario
- PV 07574
- Materia e tecnica
- Legno di tiglio/ scultura/ intaglio/ doratura/ pittura
- Autore
- Ambito lombardo
- Datazione
- Primo quarto del XVI secolo
- Dimensioni
- cm 28,6 x 32,7 x 3
- Provenienza
- Collezione Tower-Wurts (1933)
- Copyright immagine
- SSPSAE e per il Polo Museale della città di Roma
Descrizione breve
Proveniente dalla collezione Wurts (inv. W 388), l'opera è scolpita a bassorilievo con scene relative alla ‘Storia di Troia', come avvisa una scritta in corsivo a matita sul retro. Più propriamente vengono illustrati alcuni episodi dell'Eneide. In questo rilievo, definito nella scheda ministeriale ‘guerrieri e trofei', viene rappresentata una celebre scena del libro VIII dell'Eneide, quella in cui Enea riceve da Venere le armi forgiate per lui da Vulcano. Si tratta in particolare dei vv. 615-625: dixit, et amplexus nati Cytherea petiuit, / arma sub aduersa posuit radiantia quercu. / ille deae donis et tanto laetus honore / expleri nequit atque oculos per singula uoluit, / miraturque interque manus et bracchia uersat / terribilem cristis galeam flammasque uomentem, / fatiferumque ensem, loricam ex aere rigentem, / sanguineam, ingentem, qualis cum caerula nubes / solis inardescit radiis longeque refulget; / tum leuis ocreas electro auroque recocto, hastamque et clipei non enarrabile textum. Si vede infatti sulla sinistra una quercia su cui sono posate le armi divine, (l'elmo si confonde tra le fronde) che Enea, accompagnato da Acate ed altri compagni, rigira ammirato fra le mani, con particolare attenzione per lo scudo, su cui sono istoriate le scene della futura storia di Roma. La tavola scolpita fa parte di un gruppo di quattro rilievi che si presentano sotto forma di quadretti entro una cornice di legno modanato (qui cm 34,7x39): PV 7573, 7575, 7576. Difficile risalire all'originaria collocazione e dunque alla funzione di questi rilievi che per i caratteri stilistici sembrano riferibili al contesto lombardo del primo quarto del Cinquecento. Le indagini tecnico-scientifiche condotte nel 2009 dall'IVALSA-CNR di Firenze hanno permesso di identificare il legno utilizzato che risulta essere quello di tiglio (Tilia sp.).
Grazia Maria Fachechi
Bibliografia
Inedito