Ultima Cena
- Appartenenza oggetto
- Proprio
- Categoria
- Scultura in legno
- Città
- Roma
- Luogo di conservazione
- Museo Nazionale del Palazzo di Venezia
- Luogo di collocazione
- Deposito sculture lignee
- Inventario
- PV 07588
- Materia e tecnica
- Legno di tiglio/ scultura/ intaglio/ pittura/ doratura
- Autore
- Ambito tedesco meridionale
- Datazione
- Metà XVII secolo
- Dimensioni
- cm 75 x 116 x 14
- Provenienza
- Collezione Tower-Wurts (1933)
- Copyright immagine
- SSPSAE e per il Polo Museale della città di Roma
Descrizione breve
L'opera raffigura l'Ultima cena con Cristo tra gli Apostoli tra i quali è Giuda, sistemato dalla parte opposta, di spalle all'osservatore e con il volto di profilo, mentre nasconde il sacchetto dei trenta denari e tiene nella mano destra un coltello, pericolosamente puntato verso Cristo. Il soggetto è non di rado inserito nella decorazione delle pale d'altare o addirittura in posizione centrale come corpus nel flügelaltar, come, ad esempio, quello di Michele Parth del 1551 nella chiesa di S. Lorenzo a Sauris di Sopra in Friuli, comprensibile nell'ottica della sua importanza in rapporto alla celebrazione dell'eucarestia. Si tratta di un rilievo intagliato su cinque tavole di tiglio (identificazione della specie: IVALSA-CNR di Firenze, 2009) giunte in verticale, originariamente stondate in basso a formare un ovale. Solo successivamente sono stati aggiunti gli angoli, sui quali però la policromia ha avuto meno presa, probabilmente per adattare il rilievo a un diversa collocazione in epoca imprecisabile ma comunque antica dal momento che, come dimostrano le analisi radiografiche (Laboratorio Mida di Roma), l'integrazione è stata fatta con chiodi forgiati a mano, accanto ai quali è possibile vederne altri più lunghi e di certo moderni aggiunti in un'operazione di consolidamento. Restaurato abbastanza di recente, il rilievo mostra cadute di colore soprattutto negli incarnati e lacune strutturali (la mano dell'apostolo all'estrema sinistra e uno dei coltelli distribuiti sulla mensa). Ignorato da Hermanin e Santangelo, il rilievo mostra però una certa qualità di intaglio e una resa drammatica e commossa dell'episodio, affidata ai gesti e alle espressioni dei singoli personaggi, fra i quali qualcuno arriva a piangere tergendosi gli occhi con un fazzoletto, con riferimenti alla produzione artistica di pieno Seicento in area tedesca che va dal sud della Germania al Tirolo.
Grazia Maria Fachechi
Bibliografia
G.M. Fachechi, in Tesori invisibili dai più grandi musei italiani, catalogo della mostra (Roma, Museo Nazionale di Castel Sant'Angelo, 1 maggio - 26 luglio 2009), a cura di L. Della Volpe, Roma 2009, p. 85.